mercoledì 3 novembre 2010

CINEBIO Parte Seconda


Eravamo in vacanza in Romagna e ricordo un piccolo appartamento decisamente distante dal Mare anche se la cosa non mi dispiaceva. Il fatto che all'epoca trovassi bello percorrere un lungo tragitto per arrivare alla spiaggia perché mi dava l'impressione di “conquistarmi” l'agognato bagno mentre oggi sono propenso a brontolare anche solo se obbligato a percorrere IN AUTO una strada più lunga di quella preventivata per tornare a casa la dice lunga su come ci si possa adeguatamente rovinare nel corso dei decenni.
Giunti al mare, c'era il tradizionale bagno nell'acqua gelida, durante il quale io tentavo faticosamente di mettere in pratica i consigli di nerboruti insegnanti di nuoto con cui avevo avuto a che fare nella piscina del paesello in cui vivevo e dove invariabilmente finivo per inghiottire un quantitativo di acqua salata in grado di soffocarmi seduta stante. Mi limitavo così a saltellare dove riuscivo a toccare ma anche in quei casi non ero mai del tutto tranquillo: quando vedevo guizzare qualche animale fra i miei piedi avevo l'immediata consapevolezza che qualche assurdo mostro marino (un Kraken, probabilmente) mi avrebbe trascinato negli abissi nel giro di pochi istanti. Ero un bambino fantasioso e non pensiate che questa caratteristica vada considerata un pregio ventiquattr'ore su ventiquattro. A volte diventa una zavorra mentale che genera innumerevoli problemi dove non ve ne sono affatto.


Il pranzo al sacco si svolgeva rigorosamente a mezzogiorno e, una volta terminato, mi attendeva il lungo periodo di digestione durante il quale era severamente vietato buttarsi in acqua, pena una congestione che, nei racconti di parenti e amici, mi avrebbe trascinato a fondo come se avessi avuto un blocco di cemento legato alle caviglie. Per me non fu mai un problema ammazzare il tempo durante quelle due ore e mezza/tre nelle quali non potevo nuotare: avevo i miei fumetti, i miei giochi, i miei tentativi di costruire castelli di sabbia che in realtà si riducevano spesso a masse informi simili alle casette degli zii di Luke Skywalker in “Star Wars”!
(Per la cronaca: anche la mia certezza incrollabile sui rischi riguardanti il gettarsi in acqua subito dopo mangiato fu clamorosamente smentita alcuni anni dopo, quando vidi con i miei occhi un amico gettare la carta con cui aveva avvolto un panino dopo averlo divorato e scaraventarsi con tuffo a bomba in piscina senza subire danni apparenti...detto questo, io continuo a conservare l'abitudine di attendere più di due ore prima di immergermi perché SO per certo che se facessi come il suddetto amico affogherei...ci potrei scommettere!)


Al termine della giornata in spiaggia, solitamente, ci attendeva una serata fra le strade della cittadina, ovviamente affollate di turisti durante la stagione estiva. Ricordo di essere ritornato in quei luoghi per una breve vacanza qualcosa come quindici anni dopo e l'unico dettaglio che mi colpì fu la quasi totale mancanza di svaghi per i bambini. Niente giostre, niente parchetti, una minuscola sala giochi dove ci si addentrava facendosi largo fra grovigli di ragazzi in età liceale intenti a sacramentare mentre cercavano di non sprecare anche l'ultimo gettone. Non mi stupisce che l'unico passatempo che a sei anni potessi trovare interessante fosse il Cinema. Una sala all'aperto, come da tradizione nei luoghi di villeggiatura, e pronta a proiettare tutti i film della stagione passata a sostegno di chi si fosse perso qualcosa. Considerato il fatto che i DVD, all'epoca, non esistevano e che il mercato delle VHS era in sviluppo ma non ancora in grado di garantire l'uscita nelle videoteche di un film pochissimi mesi dopo la sua permanenza in sala come capita ora, queste proiezioni estive erano uno degli unici modi per rivedere qualche pellicola che era piaciuta nel corso degli anni o recuperare quelle che non si era fatto in tempo ad intercettare all'uscita.


Non credo che questa esaustiva spiegazione possa chiarire il motivo per il quale il mio primo ricordo cinematografico sia associato a “SuperFantozzi” ma ritengo che stabilisca bene un paio di punti chiave: 1)Gli svaghi serali per bambini, all'epoca, in quella cittadina erano di scarso appeal; 2)Un Cinema all'Aperto proiettava film di successo a poche vie di distanza dal centro; 3)I miei familiari avevano potere decisionale sullo svolgimento delle serate; 4)I miei familiari avevano altrettanto potere decisionale sulla pellicola che avremmo visto in caso di serata cinematografica e 5)Almeno 3 membri della famiglia (perché vanno inclusi, oltre ai miei genitori, anche gli zii...quando si andava in vacanza si tendeva a generare un'adorabile carovana) non disprezzavano affatto Paolo Villaggio e avrebbero gradito vedere “SuperFantozzi”. Ora unite i puntini numerati e vedrete emergere un bel ritrattino di me, bimbetto di sei anni, seduto su una poltrona le cui dimensioni mi apparivano ciclopiche, immerso nell'oscurità, che osserva le gesta di Ugo Fantozzi nella Preistoria, fra le risate degli altri spettatori.




Continua (2)...

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