lunedì 19 luglio 2010

La Diversità dei Giorni Uguali

Devo essermi comportato in maniera terrificante durante il mio primo giorno di scuola alle Elementari. Ho un vago ricordo di scene di pianto e di ferma convinzione che da solo, all'interno di quel lager, non ci sarei stato. Nemmeno i volti più tranquilli dei miei compagni (non di tutti, chiaro, c'era chi condivideva il mio scetticismo) sembravano in grado di placare la mia ferocissima determinazione nel volere tornare a casa. Dopo qualche minuto di patteggiamento, credo che io e mia madre riuscimmo a stipulare un accordo e lei fu libera di tornarsene al lavoro, mentre io rimasi seduto su quel banco a darmi un'occhiata perplessa e vagamente preoccupata in giro. Al termine della giornata, ovviamente, il mio umore era tornato serafico e, mentre tornavo a casa, ribadii ai miei genitori quanto fossi soddisfatto del buon esito della Prima Elementare...dato che il giorno successivo avrei dovuto affrontare la Seconda!!!

Ebbene sì: la fervida mente del sottoscritto a sei anni aveva partorito l'idea che le Scuole dell'Obbligo fossero strutturate in Giornate Didattiche! Ogni classe avrebbe assolto i suoi compiti educativi nel periodo di tempo compreso fra le 8.30 e le 12.30 circa per poi traghettarci tutti nella successiva! Tutto questo comportava una discreta rapidità nello svolgere l'iter scolastico di ognuno di noi: nel giro di una settimana mi sarei sbarazzato delle Elementari; la settimana successiva avrei affrontato con la giusta esperienza (ben cinque giorni di scuola svolti!) le Medie e avrei selezionato cosa fare in seguito; un'altra settimana (all'epoca non prendevo in considerazione bocciature) mi avrebbero condotto al diploma e poi...chissà! Rimasi amaramente deluso quando i miei genitori mi spiegarono in maniera più dettagliata come la mia avventura scolastica avrebbe occupato indiscriminatamente i successivi 15 anni (e più) di vita.

Eppure, ripensandoci oggi, mi sembra che quella visione semplicistica dell'universo scolastico contenesse una sua Giustizia Personale. Secondo la mia concezione, ogni giornata che avrei affrontato nelle successive settimane avrebbe avuto una sua importanza, un suo valore! Ogni singolo giorno sarebbe stato Fondamentale per la mia vita, degno di essere vissuto nella maniera più intensa e piena possibile! Mi capita spesso di pensare a quanto tempo vagabondiamo affrontando la nostra vita senza fare nulla di memorabile e mi rendo conto che sia inevitabile: purtroppo fa parte del giocoe pensare di dover trasformare in qualcosa di Epico, Unico e Clamoroso ogni singola giornata è di certo un'immagine semplicistica e sognatrice, specie nella nostra Società. Ma se ora staccate i vostri occhi da questo schermo per alcuni istanti e vi mettete a scandagliare la vostra memoria...beh, QUANTI giorni della vostra vita ricordate per la loro importanza? QUANTI si distinguono dalla massa abnorme di ore dedicate a studio, lavoro, cibo, sonno? QUANTI hanno davvero significato qualcosa? Sono sicuro che raggiungerne una decina sia già impresa di tutto rispetto.

Quale delle visioni di vita espresse qui sopra è la più desiderabile? Collezionare una serie ininterrotta di giornate Memorabili o vivere anni e anni apparentemente identici solo per godere di pochi giorni stupendi...e forse proprio per questo motivo destinati ad essere considerati tali?

venerdì 2 luglio 2010

Maschere (False) e Volti (Veri)

La prima volta in cui compresi che tutti mentono mi sentii tradito. Io conservavo una certa onestà caratteriale naif che mi portava a comportarmi sempre allo stesso modo con chiunque mi si parasse di fronte e nelle più disparate circostanze, fiero e felice del fatto che la mia personalità fosse consolidata e immutabile...beata ingenuità! Scoprii presto che ognuno di noi deve conservare nella tasca interna della giacca un set completo di maschere da indossare prontamente in base alla domanda che viene posta da chi gli sta di fronte! Maturata questa consapevolezza, era inevitabile che la prendessi molto male! Ai miei occhi era solo una feroce presa per il culo, perenne e incontrovertibile! Perchè avrei dovuto sforzarmi a limare e a elaborare un atteggiamento "socialmente accettabile" ma anche profondamente personale e sincero dato che poi mi sarei trovato davanti persone che di questi atteggiamenti ne aveva almeno una mezza dozzina, pronti per ogni eventualità? Che senso aveva?

A distanza di anni mi rendo conto che essermela presa così tanto fu un errore. Tutti noi indossiamo perennemente delle maschere e non solo non ce ne vergogniamo ma, anzi, ci alleniamo duramente per fare in modo che la nostra abilità nel passare da una fattezza all'altra sia sempre più spettacolare e immediata! Solo quando ci troviamo soli in casa nostra possiamo ammettere di essere seriamente noi stessi...quello è l'UNICO caso....ma basta che suoni il campanello e, ancora PRIMA di rispondere, abbiamo già indossato la maschera! Nascondere il nostro vero IO dietro false schermate è una caratteristica obbligatoria per il quieto vivere: stabilire quale personalità vada adottata sulla base di chi ci troviamo di fronte permette al vivere civile di procedere senza eccessivi intoppi perchè è vero che l'unicità dei singoli è caratteristica basilare dell'essere umano ma è anche vero che una folla di individui difficilmente giunge a conclusioni serene senza azzuffarsi ferocemente per ribadire le proprie vedute!
Guardate gli adolescenti: passano mesi a modificare costantemente il proprio look, i propri gusti, le proprie vedute... non stanno facendo altro che indossare svariati modelli di maschera per vedere quale preferiscono! Nel momento in cui troveranno la più adatta, acquisiranno una personalità più pronunciata!

Non dobbiamo vergognarci di non essere mai, realmente, noi stessi di fronte agli altri perchè è una cosa normalissima e necessaria! Certo, l'importante è capirlo in maniera graduale e sana. Così la vostra maschera sarà estremamente sottile, nasconderà solo alcuni tratti della vostra reale personalità, lasciando, comunque, trasparire le vostre fattezze con chiarezza. Nel caso che questo non avvenga...beh, allora vi trovereste di fronte a quei soggetti che cambiano drasticamente a seconda di dove si trovano: tanto compagnoni spericolati e divertenti alle feste quanto malinconici, pedanti e infelici nel privato. Sono quelli che avevano paura di non essere accettati e hanno deciso di diventare "altro" ogni volta che escono dalle quattro mura di casa.

Li riconoscerete subito: sono coloro i cui tratti somatici della maschera coprono completamente il vero viso.


"Una Maschera ci dice più di una Faccia" (Oscar Wilde)