lunedì 2 agosto 2010

Intervallo...

Quando genti e fortuna mi rinnegano
io, solitario, compiango il mio esilio
e invano grido al cielo indifferente
e guardo me e al destino maledico.

Mi vorrei come questi, di speranze
più ricco, o quegli, corteggiato e bello;
il poter di costui, d'altri le arti
invidio e ogni mia gloria più disdegno;

Ma quando quasi a spregiarmi nell'intimo
son giunto, ecco, ti penso: e come rompe
all'alba in volo l'allodola, l'inno
dal cupo della terra i cieli intocca.

Ché se l'amore tuo dolce ricordo
neppure con un re muterei sorte.


Lo Shakespeare dei sonetti, di certo non il più noto.
Stasera dedicatelo a chi volete...

domenica 1 agosto 2010

Scrivere/Raccontare - Raccontare/Scrivere

Di solito, su questo blog, parlo principalmente di me. Lo faccio non per qualche violenta e invasiva forma di egocentrismo (ok, anche per quello, va bene...) ma il motivo principale va ricercato nella mia ferma e incrollabile determinazione a raccontare, in questo contesto, ciò che conosco maggiormente.
Non è una Regola Universale e soprattutto non è qualcosa che amo fare in altri ambiti: mi è capitato di scrivere racconti, sceneggiature, fumetti o abbozzi di romanzi che non avevano il benchè minimo riscontro nella mia vita quotidiana e che molto spesso coinvolgevano fenomeni paranormali, strane e bizzarre avventure, gente in grado di fermare treni in corsa e via dicendo... Non ho mai creduto che mettere la museruola alla propria fantasia sia una pratica da consigliare, nemmeno quando simili espedienti vengono suggeriti per evitare che si raccontino vicende troppo staccate dal proprio universo di provenienza e, di conseguenza, poco accurate, basate solo su fredda documentazione o, peggio ancora, sull'immaginazione a briglie sciolte (con conseguenti svarioni logici, a volte davvero insopportabili...vero, Dan Brown???!!!)

Chi cazzo dice che io non possa raccontare una storia ambientata in Colorado solo perchè non ci ho messo mai piede? Il bello della Lettura è sfidare le aspettative del lettore conducendolo in luoghi lontani e a lui ignoti...ma è anche quello di condurre l'autore a rimettersi in gioco ogni volta, a impugnare una storia e avvolgerla in un contesto sempre nuovo, sempre affascinante e differente. Chi scrive sempre e solo dei batuffoli di cotone che estrae dal suo ombelico e che rimira con noiosa consapevolezza, per quanto mi riguarda, meriterebbe di finire nello stesso Girone Infernale destinato ai registi che seguono le Mode Filmiche del Momento per decidere cosa raccontare nella loro successiva pellicola!

Non ho nessuna intenzione di negare a me stesso la possibilità di affrontare, tramite la scrittura, viaggi che non sono riuscito a compiere o avventure che non ho mai potuto vivere (e che in alcuni casi non vivrò mai...a meno che non venga punto in futuro da qualche ragno radioattivo ad una Mostra di Scienze! Ma io alle suddette Mostre non ci metto mai piede, quindi sono fottuto...). Allo stesso tempo, però, cerco di conservare un piccolo spazio personale in cui raccontare sempre e solo ciò che conosco, ciò che vedo e ciò che penso. Lo faccio per me (provo un'ineffabile sensazione di compiutezza e chiarezza quando vedo alcune mie opinioni racchiuse in righe ordinate...e, sì, sono consapevole che trovare più chiari i propri pensieri se sono su carta piuttosto che nella testa è segno inequivocabile di qualche serio disturbo!) e lo faccio anche per soddisfare una curiosità personale: quanto di se stesso può capire qualcuno semplicemente ascoltando i pareri, i commenti, la vita di un altro?

Non si può nello stesso tempo essere sinceri e sembrare tali.
André Gide