giovedì 10 giugno 2010

Tom Hansen c'est Moi!


Chi mi conosce da abbastanza tempo sa che esistono alcuni argomenti specifici che rischiano di trasformare una conversazione con il sottoscritto in una sfuriata. Parlare di Cinema, ad esempio, stroncando autori che io adoro senza presentare delle motivazioni che io possa ritenere credibili ne è un valido esempio (applicabile anche ai gusti letterari e, ma questo solo in minima parte, a quelli musicali).
Questa insofferenza, che agli occhi dei poco attenti potrebbe risultare semplicemente spocchia, nasce dalla convinzione della validità di alcune passioni personali, frutto di anni e anni di fruizione articolata e "scientifica". Ciò significa che se un buontempone venisse a contestarmi la lentezza dei movimenti di macchina in "Barry Lyndon" sarebbe meglio che cavasse fuori dal cilindro qualche giustificazione elaborata per questa immane castroneria e che non si azzardasse a rivelarsi un criticone che ha solo visto la metà dei film di Kubrick prima di sentenziare in tal modo...altrimenti la discussione terminerebbe a colpi di sedie volanti.


Esistono poi altri argomenti legati a questioni personali che è cosa buona e giusta evitare di affrontare in mia presenza. Tendo a legarmi al dito la maggior parte delle nefandezze compiute ai miei danni e questo significa che anche se un mio ipotetico ex-compagno di scuola dovesse diventare Premio Nobel per la Pace, ai miei occhi, risulterebbe sempre e comunque il tizio che mi ha calato le brache davanti alle compagne di classe alle elementari (NON è accaduto, a titolo informativo). Il mio atteggiamento "canino" che mi porta a rifiutare di farmi accarezzare una seconda volta dal cretino che mi ha fatto male nella prima mi conduce, di conseguenza, a coltivare rancori che possono essere giudicati "esagerati" da amici e conoscenti ma che sono quasi sempre "definitivi", impossibili da cancellare, presenti nella mia vita in omnia secula seculorum. Uno di questi rancori passati è riemerso con prepotenza pochi giorni fa ma suscitando una reazione personale inedita.
Non spiegherò nel dettaglio di cosa sto parlando, tanto gli amici più fidati lo sanno benissimo. Per i neofiti o i frequentatori di questo scombiccherato blog posso fornire un suggerimento: se avete visto "(500) Giorni Insieme", deliziosa commedia dello scorso anno (nella quale il protagonista, Tom Hansen, mostra inquietanti analogie caratteriali e di gusto con il sottoscritto...o almeno con il sottoscritto che fu fino a qualche anno fa) avrete notato l'evento clamoroso che getta nello sconforto l'eroe nel Terzo Atto. Ecco, stiamo proprio parlando di "quello", papale papale...ulteriore legame che si è creato fra me e il personaggio interpretato dal (bravissimo) Joseph Gordon-Levitt.

Ho scoperto il materializzarsi di questa circostanza pochi giorni fa, attraverso quei complessi e diabolici meccanismi che animano i Social Network e che ti portano non solo a trovare difficile contattare coloro che vorresti realmente sentire ma anche e soprattutto a intensificare i contatti con persone che gradiresti evitare quanto un'infezione alle vie urinarie. Tra una chiacchiera e l'altro vengo messo al corrente di questa "novità" e sulle prime, quando il mio cervello elabora la notizia e la srotola ben bene per farmene acquisire coscienza, sembra che la mia reazione sarà quella tradizionale, legata a rabbia, feroce disillusione, frustrazione e profondo desiderio di incontrare qualcuno che mi dica: "Ma lo sai che l'altra sera ho visto "C'era una volta in America" e mi son fatto due palle così?" per permettermi di saltargli alla gola. Invece...il nulla. Una semplice Presa Visione del fatto in sè, un breve commento mentale del tipo "Eh va beh...che ci posso fare!" e poi Via, la giornata riprende il suo corso! Incredibile ma vero: forse anche il più "orso degli orsi", il più rancoroso essere sul Pianeta, il figlio naturale del Grinch e di Scrooge ha la possibilità di voltare pagina con naturalezza e senza interventi estremi.

Personalmente resto consapevole della profonda attitudine personale alla "rigidità" nei confronti degli imprevisti della vita e dei rancori legati al passato ma da una settimana a questa parte, per la prima volta, ho visto aprirsi una crepa nella barriera che più volte mi sono costruito intorno... e, incredibilmente, il mio primo istinto non è stato di richiuderla bensì di allargarla per uscire.

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