martedì 1 giugno 2010

Cosa direbbe Sigmund???

Da qualche anno, ormai, non ricordo più i miei sogni. Mi sveglio al mattino e resto per alcuni secondi a fissare il soffitto mentre sento nelle ossa una sensazione particolare. A seconda di quello che provo al momento in cui apro gli occhi, acquisisco consapevolezza del tono di ciò che, probabilmente, ho sognato quella notte. Svegliarmi con una insospettabile allegria e un ottimismo che sembra sbattersene delle menate che dovrò affrontare (e che magari mi attendono durante quella stessa giornata) è sintomo di una nottata passata tra le braccia di qualche sogno decisamente piacevole; svegliarmi con un malessere che non ha spiegazioni razionali o, peggio ancora, con una rabbia immotivata e incontrollabile è segnale inequivocabile del fatto che qualche incubo particolarmente tosto ha appena levato le tende.


Eppure io ricordavo i miei sogni, da bambino. Ne ricordo nitidamente uno in cui affiancavo i Ghostbusters in una missione particolarmente impegnativa in una specie di gigantesca torre che, nella mia testa da adolescente bombato di film e fumetti, doveva essere situata a New York ma che, onestamente, non ho mai visto immortalata in qualche foto relativa alla Grande Mela!
Ne ricordo un altro in cui un incendio divampava in casa di mia nonna. Io riuscivo a fuggire prima del disastro e, poco dopo, mio padre constatava con sgomento che il tutto era stato generato da un "corto circuito" in una presa elettrica situata sotto il lavandino del bagno (non so quanto sia possibile una simile evenienza, ma credo possiate perdonare alcune "licenze poetiche" nel sogno di un ragazzino). Ricordo che alla prima visita in casa di nonna dopo il terribile sogno mi precipitai in bagno solo per tirare un sospiro di sollievo alla vista del lavandino assolutamente privo della presa assassina.
Perchè ora non ne ricordo nemmeno uno? Perchè al risveglio devo convivere con le sensazioni e non posso vivere le cause stesse delle suddette? Forse è una rimozione personale? Ammetto candidamente che, per quanto continui a conservare una vena di lucida follia e una predilezione per tutto ciò che è fantasioso e improbabile, lo scorrere del tempo abbia inaridito alcuni tratti di quel terreno che un tempo era fertilissimo e pronto a favorire la crescita di qualsiasi fantasia personale...ma non avevo mai pensato che questo cambiamento nella concezione e nella fruizione dei sogni potesse esserne un brutto sintomo.
Non è che non abbia più voglia di sognare...forse non ho più la capacità di godermelo e di riconoscerlo. Come tutti coloro che amano scrivere ho sempre usato la frase fatta "scrivo perchè non sono soddisfatto del mondo che vedo, quindi ne creo un altro." Questa esternazione di solito viene sempre accompagnata da un altro commento personale: "Scrivere riesce meglio quando si è infelici, perchè quando si è felici si è troppo impegnati a godersi la vita che si ha piuttosto che perdere tempo a inventarsene un'altra!" Magari ora sono soddisfatto di ciò che sono...e non ho bisogno di rivolgermi al mio inconscio per rifugiarmi in altri scenari.
Mi piacerebbe fosse così...e non il segnale che anche uno spassionato sognatore come me, con l'andare del tempo, rischia di lasciarsi travolgere dall'incubo peggiore di tutti: la Realtà.

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